Dal risveglio della memoria corporea alla possibilità di potenziare quello che il corpo riesce ancora ad esprimere libera- mente quando la parola diventa incomprensibile.

Perché una persona affetta da Alzheimer, o altre demenze, prima di essere “malata” resta sempre una persona che ha ancora tanto da dire.

E quando il linguaggio non è più lo strumento adatto per comunicare i propri bisogni, perché compromesso dalla malattia, il corpo diviene l’unica strada possibile, ma l’espressione dei bisogni è anormale e senza regole e per questo mo- tivo viene messa a tacere, viene spenta e morti cata. La Terapia Espressiva Corporea integrata nasce per questo: per rompere quel muro del silenzio che se non infranto, uccide l’anima di persone che, a modo loro, urlano la loro voglia di vivere. Di esserci. In questo sfondo di complessità e a volte di colpevole sottovalutazione, Elena Sodano – giornalista, psicologa, terapeuta psico-corporea ed ideatrice del metodo TECI – lavora da anni per costruire ponti di comprensione e di comunicazione tra “noi” e loro, arrivando all’elaborazione della metodologia che vuole porsi come strumento di conoscenza e diffusione di un approccio diverso alla malattia di Alzheimer e alle altre demenze. Elena si è impegnata sull’armonia spontanea ed emozionale af nché, come scrive, la terapia Teci, possa funzionare su “questi corpi lenti, corpi persi, corpi vuoti, corpi silenziosi che nel momento della diagnosi non vengono più tenuti in conside- razione, come se diventassero evanescenti perché la malattia all’improvviso stacca ogni contatto sico, emozionale, affetti- vo”.

E così il 14 ottobre 2017 diventa una data storica per Elena Sodano, per l’associazione Ra.Gi onlus e per il mondo di anime e cuori che ruota attorno ad una esistenza sospesa “toccata” dalla demenza, perché è la data scelta per presen

tare in anteprima nazionale “Il Corpo nella demenza – La Terapia espressiva corporea integra- ta nella malattia di Alzheimer e altre demenze”, il manuale che descrive la metodologia sperimentata da Sodano, all’inter- no del Centro Diurno Spazio Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkin- son e Demenze) gestito dalla Ra.Gi. Onlus .

Si tratta di “un approccio più esistenziale che assistenziale rispetto a delle patologie per cui non esistono cure risolutive”. Infatti la metodologia TECI, mira essenzialmente ad instaurare ponti di comprensione e comunicazione con le persone affette da demenze, pazienti per i quali il momento della diagnosi diventa l’inizio di una “non vita”.

Le pagine del manuale scritto da Elena Sodano, vogliono offrire strumenti nuovi ed efficaci in grado di “raggiungere” i pazienti nel loro mondo interiore, là dove si nascondono gli apprendimenti gestuali antichi e quelle esperienze incorporate che nessuna devastazione cerebrale può cancellare, proprio perché sono innati in ogni essere umano.

Elena ha voluto con determinazione che la presentazione più importante fosse nella sua città, a Catanzaro: ne è venuta fuori una interessante e approfondita iniziativa nella sala del Consiglio comunale di Palazzo de Nobili, alla presenza di illustri personalità provenienti da tutta Italia.

Partendo dalla forte convinzione che, per chi si prende cura, è umanamente e professional- mente morti cante lasciare i pazienti con demenza nei loro mondi confusi, bui e isolati, fermandosi di fronte ad una diagnosi che decreta la ne di un’esistenza umana, la TECI si spinge oltre quegli stereotipi che hanno condotto ad una esclusione sociale sistemica dei pazienti con demenza, ritenendo impossibile qualsiasi tipo di comunicazione in presenza di deterioramento cognitivo.

Nel presentare il manuale che illustra una terapia in realtà si raccontano le storie di uomini e donne diventati pazienti senza perdere l’identità di persone in un concatenarsi di racconti di vita che diventano piccoli romanzi, e affreschi di speranza. Ad aprire la serata, dopo i saluti del sindaco della città di Catanzaro, Sergio Abramo, e della madrina artistica Tonia Santacroce, la geriatra Francesca Mazzei, nei panni della madrina scientifica del convegno, il neurologo Ferdinando Schiavo, che ha curato la presentazione del libro e ha tratto il tema

“Demenze: solo buio oltre la siepe? Esperienze di altra umanità nella cura”.

A relazionare anche Alba Malara, presidente della Società Italia- na di Gerontologia e Geriatria Calabria e curatrice delle conclusioni del libro, che si è interrogata sulle implicazio- ni future che la T.E.C.I. avrà nelle demenze; la curatrice del libro, la giornalista Antonella Scalzi, preceduta dallopsicologo e musicista Andrea Galiano.

Proprio la musica ha una importanza straordinaria quale elemento integrante del metodo TECI e strumento efficace di cura che, grazie al superamento delle sovrastrutture mentali e culturali, permette di giungere all’anima del paziente, permettendogli di esprimersi pienamente.

Ma TECI non utilizza una musica qualsiasi ma quella modulata sulla frequenza 432 HZ, che richiama la denominazione di uno dei progetti richiamati nel manuale: si tratta sostanzialmente della creazione di cinque tracce musicali (cinque come le dita della mano che porge il suo aiuto ai malati di demenza) che hanno il potere di infondere calma e benessere alle persone affette da demenza, proprio perché le composizioni sono state modulate sulla frequenza 432 HZ.

E non a caso la serata è stata suggellata dal suggestivo concerto “Dall’opera alla poesia della canzone napoletana”, della soprano Rosaria Angotti, accompagnata al pianoforte dal maestro Fabio Maggio.

di Maria Rita Galati