“I calabresi continuano ad essere protagonisti, loro malgrado, del dibattito politico nazionale, e non solo, a causa del collasso del sistema sanitario messo a dura prova dalla seconda ondata della pandemia. Perfino ‘Le Monde’, il più importante quotidiano francese, ci dedica una intera pagina, cosa nemmeno con le più articolate e riuscite operazioni anti ‘ndrangheta. Ma non è questo il protagonismo di cui la Calabria ha bisogno: è arrivato il momento di alzare la testa, e di conquistare il riscatto che meritiamo con azioni concrete nella direzione di un cambiamento all’insegna della legalità e della trasparenza”. E’ quanto si legge in una nota di Legacoop Calabria in merito alla drammatica situazione sanitaria in cui versa la regione ancora senza il nuovo commissario ad acta per il Piano di rientro.

“Non scopriamo certo adesso, complice il romanzo popolare scritto sulle alterne vicende del ruolo del commissario ad acta dopo le dimissioni forzate di Cotticelli, Zuccatelli e la rinuncia dell’ex rettore Gaudio, che il sistema sanitario calabrese è da sempre inefficiente – si legge ancora nella nota di Legacoop Calabria. Complici di questo disastro una burocrazia incapace, pigra e colpevole di aver prodotto nel tempo solo tanti danni ai calabresi, e un commissariamento inconcludente, che come risultato ha portato solo all’incremento del debito, con un disavanzo di oltre duecento ventimilioni senza coperture, nel 2019”.
“Siamo indignati, stanchi e finalmente – diciamolo pure – incazzati, anche perché crediamo ancora in questa terra e nella capacità del suo riscatto.

Non vogliamo più stare in silenzio ad accettare di subire con rassegnazione scelte calate dall’alto che stuprano i calabresi. Ci sono in Calabria tanti professionisti onesti, giovani e meno giovani, laureati, che possono dare il loro contributo, occorre dare loro la possibilità di farlo nel renderli protagonisti, soggetti attivi, decisionali e operativi della rimonta civile, etica, economica e sociale di cui ha bisogno la Calabria. In un momento così delicato e grave – si legge ancora nella nota – in cui il primo obiettivo è di pensare come arginare questa pandemia con quali misure e soprattutto decidere ci dovrà gestire la futura gestione commissariale della sanità calabrese, chiediamo che nessuno venga dimenticato.

Anziani, minori, disabili, fasce deboli tutte vanno più che mai tutelati protetti e prima ancora ricordati. Possiamo citare due esempi per tutti: i ragazzi disabili che in queste settimane di lockdown con le scuole chiuse si vedono negati di fatto il diritto allo studio perché non possono seguire le lezioni in presenza, con una pesante compromissione di una indispensabile socialità.

E ancora la situazione della psichiatrica, come nel caso dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria: un settore in cui la cooperazione sociale chiede di essere riconosciuta per il lavoro trentennale svolto e per le risposte che riesce a dare ad una domanda di bisogno, quello del disagio psichiatrico, sempre più in crescita che affligge intere famiglie e che l’attuale sistema commissariale sta portando allo sfascio e definitiva scomparsa.

Nel quadro più generale di “rifondazione” del sistema sanitario – conclude Legacoop Calabria – è arrivato il momento di riconoscere con determinazione anche il ruolo della cooperazione sociale in ambito sanitario e sociale possa essere solo un primo tassello di ricostruzione di una Calabria “derubata” per anni , confidiamo nella capacità di tutte le forze economiche, sociali e sindacali, di fare , unitamente alla società civile , fronte comune a difesa del diritto alla salute di tutti i calabresi”.