L’impennata dei costi del settore dell’edilizia con  aumenti per alcuni materiali (ferro-cemento-ecc), anche oltre il 50%, aggiunta alla  indisponibilità degli Istituti Bancari alla concessione di mutui edilizi,  soprattutto  per gli alloggi destinati alla locazione  sulla quale la Regione aveva puntato nel recente passato, ha di fatto messo in crisi una lunga serie di cantieri di edilizia sociale (Imprese e Cooperative) finanziati dalla Regione Calabria.

Il perdurare del blocco dei cantieri sta mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro oltre a determinare contenziosi tra la stessa Regione Calabria, soggetti attuatori e fornitori. Senza un intervento urgente da parte della Regione, molti di questi interventi rischiano di diventare delle vere e proprie “incompiute” con deturpazione del territorio e depauperamento dei finanziamenti regionali. Da oltre un anno si sono susseguiti presso l’Assessorato ai Lavori Pubblici (competente per le politiche della casa) e l’Assessorato allo Sviluppo Economico diversi incontri, con la partecipazione dei rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative e di Assindustria per individuare le soluzioni per portare a termine gli interventi finanziati”. E’ quanto si legge in una nota di Pasquale Mazzà, coordinatore A.C.I. (Alleanza cooperative Italiane) Calabria – Settore Abitanti.

“I rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali hanno chiesto alla Regione Calabria alcuni provvedimenti sblocca cantieri – prosegue la Al fine di consentire agli operatori di far ricorso al sistema Bancario (mutui edilizi) è stato richiesto alla Regione l’istituzione un “Fondo di Garanzia”, con il coinvolgimento di Fincalabra o Medio Credito Centrale, tale da consentire agli Istituti Bancari una assunzione di minore rischio, con relativa facilitazione alla concessione dei mutui necessari. Inoltre, visto l’andamento dei prezzi dei materiali per la realizzazione degli alloggi, si è richiesto l’adeguamento dei costi di costruzione (QTE – Quadro Tecnico Economico), con applicazione degli indici ISTAT al 2022. Provvedimento peraltro previsto dagli stessi bandi, ma non aggiornati, e fermi al 2008”.

“Inoltre, il “contributo” a favore degli acquirenti, oggi pari € 45/50.000, datato 2008, anno di emissione della L.R. 36, pari a circa il 30% del costo/alloggio, non è più adeguato rispetto all’aumento anormale dei costi, sia per l’aumento dei materiali, che per le nuove normative (antisimiche-risparmio energetico-confort ambientali-riciclabilità dei materiali-ecc.), per cui si rende necessario un adeguamento almeno del 20/30% – si legge ancora nella nota -. La ripresa dei cantieri e la realizzazione degli alloggi, circa 1000, darebbe una duplice risposta, sia al bisogno di casa, quanto mai urgente nella Regione, che alla richiesta di lavoro per lavoratori e imprese del settore, oggi in crisi a causa delle difficoltà relative al “super bonus” – conclude Pasquale Mazzà -. I rappresentanti dei soggetti attuatori, Imprese e Cooperative, si augurano che il passaggio della delega dei Lavori Pubblici in capo al presidente (a seguito delle dimissioni dell’assessore Dolce) possa consentire una accelerazione verso la risoluzione delle problematiche e lo sblocco dei cantieri”.