E’ di attualissima discussione l’iniziativa del Consiglio oleico internazionale, impegnato a rivedere i criteri di classificazione degli oli extravergini.

Per Coldiretti e Asso.Pr.Oli Calabria “Abbassare i parametri di classificazione dell’olio extravergine d’oliva, dall’acidità agli etil esteri, significa difendere la qualità della produzione olivicola calabrese e tutelare la dignità del lavoro quotidiano dei nostri produttori calabresi.

E’ solo attraverso una migliore distintività qualitativa che possiamo creare un futuro per le nostre produzioni, come già avvenuto per altre produzioni agricole”.

E’ sicuramente un danno, per le produzioni calabresi, difendere posizioni finalizzate a fermare iniziative come quella di una revisione dei parametri chimici in base ai quali vengono classificati gli oli, specie se tali revisioni mirano alla tutela della “migliore qualità” e salubrità del  prodotto.

Riteniamo utile per la nostra olivicoltura – sostengono -che la Calabria deve essere Regione capo fila, come spesso accade, nel difendere tali processi di cambiamento e invitiamo l’Assessore Gallo ad un confronto per individuare quelle azioni politiche per agevolare i nostri produttori ad affrontare radicali cambiamenti rivolti verso produzioni di qualità, di salubrità e di sostenibilità.

Mai come adesso, ad esempio, urge la necessità di pensare ad un bando monotematico, dedicato al settore olivicolo, prevedendo investimenti nelle tecnologie innovative per la raccolta e soprattutto per la trasformazione.

“Il grande lavoro e lo sforzo profuso quotidianamente da molte aziende calabresi pur tra mille difficoltà per produrre oli sempre migliori –spiega Franco Aceto, Presidente di Coldiretti Calabria – devono essere gli esempi da difendere e tutelare, basti pensare che già adesso i parametri di certificazione dell’IGP Olio di Calabria, il prodotto che più di tutti identifica la nostra regione, sono ben più restrittivi di quelli dell’extravergine standard”.

“Ribadiamo di essere favorevoli alla revisione dei parametri relativi alla classificazione degli oli come “extra vergini” perché in questo modo potremo definire come tali solo gli oli effettivamente di elevato livello qualitativo – rimarcano Coldiretti Calabria e Asso.Pr.Oli Calabria. Il restringimento, però, non deve riguardare solo l’acidità, ma anche e coerentemente gli altri parametri che definiscono l’effettiva qualità del prodotto e la sua capacità di mantenere intatte le proprie caratteristiche nel tempo”.

“La revisione dei parametri, peraltro, non fa rima con l’introduzione di un’ulteriore categoria merceologica. A questo siamo contrari, perché esiste già l’extra vergine che, per definizione di legge, è l’olio “di categoria superiore” – annota il Presidente di Asso.Pr.Oli. Calabria, Salvatore Oliva. Con l’abbassamento dell’acidità e la revisione degli altri parametri  – conclude -potremo finalmente sconfiggere la presenza sugli scaffali di oli a basso costo, che di extra vergine hanno spesso solo il nome, e ridare spazio e visibilità agli oli vergini, una categoria merceologica da tempo abbandonata, ma che ha piena dignità e che può offrire ai consumatori vincolati al prezzo un’opzione di scelta pienamente rispettabile e, soprattutto, trasparente”.