Nel mese di dicembre, le 812.077 famiglie calabresi spenderanno in prodotti alimentari e bevande un importo pari a 491 milioni di euro, che rappresenta il 64,7% della spesa complessiva in regali di Natale.

E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Calabria che, in particolare, ha condotto uno studio sull’acquisto di prodotti di qualità e agroalimentari tradizionali, focalizzando l’attenzione sull’artigianato regionale.

Cifre importanti per Confartigianato Calabria che potrebbero certamente essere destinate all’acquisto dei prodotti del nostro territorio che si distinguono per alta qualità di produzione e di materie prime con un’offerta enogastronomica di assoluta eccellenza, su cui ha un notevole peso la componente artigiana.

I dati dell’Osservatorio evidenziano che la Calabria è la 4° regione per maggior peso della piccola impresa della food economy sull’economia del territorioe si posizione al secondo posto nella classifica nazionale per incidenza più alta dell’artigianato alimentare sul totale artigianato del territorio. Al 30 settembre 2020 il settore dell’artigianato alimentare in Calabria è composto da 3.906 imprese, il 4,5% delle oltre 86 mila presenti in Italia e il 12% del numero totale di imprese artigiane presenti nella nostra regione.

“Numeri importanti – afferma il Presidente di Confartigianato Calabria Roberto Matragrano- su cui pesa il recente Decreto legge del Governo che condiziona pesantemente l’attività delle imprese della food economy regionale che proprio durante le festività natalizie realizzano gran parte del loro fatturato. Seppur comprendiamo l’esigenza di dare priorità alle misure di contenimento del contagio, auspichiamo, per come già sostenuto dal presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, che l’Esecutivo metta in campo le risorse adeguate per compensare l’impatto delle disposizioni su tutti i settori coinvolti”.

L’occupazione delle micro e piccole imprese della food economy – comprendente alimentari, bevande e ristorazione – è pari a 31.661 addetti, pari al 91,6% del totale addetti del settore e al 12,3% del totale addetti di tutti i settori. Per quanto riguarda l’analisi sull’artigianato, si osserva che nella food economy a valore artigiano lavorano 8.613 addetti, pari al 24,9% del settore e con un peso del 3,3% sul totale economia. Il nostro territorio si posiziona al 3° posto, insieme al Molise, tra le regioni italiane per maggiore peso dell’artigianato della food economy sull’economia del territorio: dove gli oltre 8 mila addetti dell’artigianato pesano il 3,3% sull’economia complessiva. Ed è la quarta regione nella classifica nazionale per vocazione artigianale del settore, con il 24,9% di addetti del comparto impegnati nell’artigianato.

“Il comparto manifatturiero alimentare, nonostante le tante restrizioni, è quello che sta mostrando maggiore resilienza in questo difficile periodo. Occorre sostenerlo per non disperdere le eccellenze delle nostre produzioni. Per questo motivo abbiamo lanciato la campagna Comprartigiano. L’acquisto di prodotti realizzati da imprese artigiane e micro piccole imprese locali – prosegue Matragrano – è una scelta etica a sostegno del territorio non solo in occasione delle festività natalizie, ma che dovrebbe esserlo anche nella quotidianità, perché genera valore per l’acquirente, per il destinatario del dono, per l’imprenditore, i suoi collaboratori e la comunità intera”.

Tra le province italiane in cui si osserva un maggiore apporto all’economia del territorio da parte dell’artigianato dell’alimentazione, bevande e ristorazione ne troviamo 2 calabresi: Reggio Calabria (in terza posizione) dove l’occupazione dell’artigianato food pesa il 4,9% dell’economia provinciale e Vibo Valentia (in 7^ posizione) dove l’occupazione dell’artigianato food pesa il 3,9% dell’economia provinciale.

Quanto alle aziende, le 3.906 imprese sono così suddivise: le Panetterie e prodotti da forno con 1.240 imprese artigiane quali panetterie e laboratori che producono dolci, biscotti, prodotti secchi da forno, prodotti di pasticceria conservati, snack dolci o salati e possono anche effettuare vendita diretta al pubblico, pari a due quinti (31,7%) dell’artigianato alimentare, seguono le Pasticcerie e gelaterie con 809 imprese, pari al 22,8% del settore, e che producono principalmente prodotti freschi e offrono anche servizi di ristorazione tramite la vendita diretta al pubblico, anche ambulante (sono stati compresi i bar in virtù dell’importanza della vendita di pasticceria fresca per colazione), l’Industria lattiero-casearia con 132 imprese, pari al 3,4%, la Pasta con 123 imprese, pari al 3,1%, producono paste alimentari fresche e secche (anche farcite, in scatola o surgelate), cuscus e gnocchi, la lavorazione e conservazione frutta e ortaggi e pesce con 120 imprese, pari al 3,1%, la produzione di oli e grassi vegetali e animali con 83 imprese, pari al 2,1%, la Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne con 72 imprese, pari all’1,8%, che producono carne essiccata, salata o affumicata e salumi, comprendendo anche le norcinerie con eventuale negozio annesso per la vendita, la produzione di Vini, Distillerie, Birre e altre bevande con 53 imprese, pari all’1,4%, la produzione di Tè, caffè, cacao, cioccolato, caramelle, confetti, condimenti e spezie con 42 imprese, pari all’1,1% e la lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti.