«Da mesi, la Regione Calabria, omette di nominare i sostituti dei rappresentati di alcune associazioni di categoria che, da aprile a luglio scorso, hanno rassegnato le dimissioni dal Consiglio della Camera di Commercio di Catanzaro». Così ha esordito Daniele Rossi, Presidente dell’Ente camerale catanzarese, nel corso della conferenza stampa indetta per sottolineare come da parte della Regione Calabria ci sia un atteggiamento omissivo che impedisce al Consiglio di operare a ranghi completi.

Sono quattro, infatti, i consiglieri camerali che da marzo a luglio scorsi hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni, senza però che – nonostante le comunicazioni formali da parte della CCIAA di Catanzaro – l’Ente regionale provvedesse alla loro sostituzione entro trenta giorni, così come disposto dal D.M. 156/2011. Tra i dimissionari, anche l’attuale assessore regionale al Lavoro e al Welfare Angela Robbe, che ha lasciato il proprio posto in Consiglio camerale in seguito alla nomina in Giunta regionale.

Così, sui 19 componenti del Consiglio camerale in rappresentanza del mondo produttivo e delle professioni, mancano 2 rappresentanti di ConfCommercio, 1 rappresentante di LegaCoop e 1 rappresentante di Coldiretti: «La voce di un’ampia parte del mondo produttivo della provincia di Catanzaro non può essere ascoltata dalla Camera di Commercio perché non sono stati nominati i suoi rappresentanti – ha proseguito Rossi -. E oggi siamo qui per denunciarlo pubblicamente, nonostante, per quanto ci riguarda, avremmo potuto tranquillamente tacere e proseguire nel nostro lavoro quotidiano senza occuparci di una vicenda che lede i diritti degli associati di quelle categorie. Il Consiglio, nei suoi 15 componenti, lavora bene, con unità ed entusiasmo».

Alle parole di Rossi, hanno fatto eco quelle di Maurizio Ferrara, segretario generale della Camera di Commercio catanzarese: «Non riusciamo a capire – ha detto – perché la Regione non risponda alle nostre sollecitazioni formali. E ancor di più non riusciamo a capire perché le associazioni non rappresentate non si facciano sentire proprio con la Regione, spingendo perché questa riconosca un loro sacrosanto diritto. Se dietro ci sono dei giochi politici o dei tentativi di destabilizzare questa Camera di Commercio io non lo so, ma se ci fossero andrebbero comunque a vuoto perché dopo che il Tar si è pronunciato sulla legittimità di questo Consiglio e del suo Presidente, stiamo lavando con serenità e grande impegno».

«Non voglio pensar male – ha ripreso Rossi -, ma questa vicenda è per certi versi assurda e inspiegabile. Per quanto ci riguarda, questa è l’ultima volta che torneremo su questo argomento: ci auguriamo che questa denuncia pubblica possa contribuire a risolvere la situazione, altrimenti saremo costretti a prenderne atto e ad integrare il già copioso dossier che abbiamo consegnato alla Procura perché accerti se la Regione Calabria sta omettendo degli atti d’ufficio dovuti».