Nella conferenza stampa voluta da Cia – Agricoltori italiani e Unci, Unione nazionale comuni italiani le parole d’ordine sono tutela e prevenzione e non più emergenza e improvvisazione nella gestione delle calamità. A cui si somma la richiesta dell’istituzione di un ente unico che assolva a tutte le funzioni di salvaguardia ambientale e che soprattutto formi personale qualificato agli interventi di manutenzione in caso di necessità.

 

 

“Agricoltori il Paese che vogliamo, territorio, infrastrutture innovazione” questo il titolo scelto per l’incontro che si è svolto presso la sala conferenze di Unioncamere Calabria a Lamezia Terme (Cz) per presentare e discutere le linee guida redatte nel documento che sarà consegnato il 29 novembre prossimo al governo. Cia – Agricoltori italiani ha infatti organizzato a Roma un’assemblea generale presso l’Auditorium della Conciliazione dove si discuterà della definizione di un progetto di manutenzione infrastrutturale del territorio nazionale.

 

La conferenza stampa promossa dalla Cia Calabria si è trasformata in un vero e proprio tavolo tecnico, dove sii sono susseguiti interventi di addetti ai lavori e sindaci. Il presidente regionale Cia, Nicodemo Podella ha aperto i lavori sottolineando i vari punti presi in esame nel documento e ribadendo come non sia più possibile vivere in un perenne stato di allerta che oltre a distruggere paesaggi mette a rischio vite umane: “I soldi devono servire per la prevenzione e non per l’emergenza” conclude Podella.

La Calabria è stata tra le regioni più colpite dal maltempo: le scene di quello che è avvenuto agli inizi di ottobre sono ancora vive e portano con loro il dolore di quei momenti, come è emerso dall’intervento di Maria Grazia Milone, nella doppia veste di presidente Calabria centro e di imprenditrice colpita dalla violenza dell’acqua.

Diventa necessario un rinnovato protagonismo degli enti locali, dei comuni e di tutti gli attori presenti sul territorio che attraverso anche processi di filiera contribuiscano a intraprendere azioni per una responsabile e sostenibile governance dei territori. Questo il punto sottolineato nell’intervento del vicepresidente Cia Calabria, Mario Grillo e che ha trovato piena approvazione da parte del presidente dell’Anci Calabria, Gianluca Callipo che ha manifestato il suo sostegno all’iniziativa del 29 novembre e a intraprendere da subito atti concreti, in particolar modo nelle zone colpite. Adesioni sono arrivate poi dal mondo dei Gal (Gruppo di azione locale) presenti le Serre Calabresi e dei Due Mari e i sindaci del lametino Sant’Onofrio, Curinga e Serrastretta che hanno posto diverse sollecitazioni. A chiudere i lavori, il presidente Anp Calabria (l’associazione pensionati Cia) che ha sottolineato come sia necessario attuare specifiche politiche d’integrazione per favorire processi di ricambio generazionale e salvaguardare l’assetto socio-economico dei territori rurali, un passaggio di testimone di culture e conoscenze che se messe a sistema garantirebbero reddito, tale da contrastare il fenomeno dello spopolamento e l’emigrazione della risorsa più importante, quella umana.

 

La questione ungulati infine urge di essere trattata in maniera diversa rispetto alle modalità e alle normative esistenti che in questi ultimi anni si sono rivelate inefficienti e fallimentari nel contenere un fenomeno che ormai è diventato un’emergenza nazionale. Sotto accusa soprattutto la legge 157/92 e l’attività venatoria, intervento affidato a Nicola Monteleone, componente giunta regionale CIA. L’attività sportiva dei cacciatori non può sostituire piani di abbattimento gestiti da istituzioni pubbliche.

 

L’invito finale è stato quello di partecipare numerosi all’assemblea generale a Roma, per chiedere in maniera corale da Nord a Sud l’approvazione di quello che il presidente nazionale Cia Dino Scanavino ha definito “un atto storico” e cioè un intervento straordinario, senza precedenti, di manutenzione, messa in sicurezza e sostenibilità ambientale e quindi sociale dell’intero Paese Italia.